Martin von Bora è un giovane e aristocratico ufficiale della Wehrmacht. Con lui la scrittrice Ben Pastor ha creato un personaggio che rappresenta il dilemma morale di una casta di militari e nobili che giurò obbedienza a Hitler, il dramma che storicamente fu di von Stauffenberg.
A partire dal romanzo “Lumen” del 1999, di recente ristampato da Sellerio, e nei sucessivi romanzi, ne leggiamo le avventure di detective di guerra, eroe triste, solo, dolorosamente scisso dal dubbio se essere leale al suo giuramento o all’umanità. Cracovia, 1939. Nella città occupata dai tedeschi, il capitano Bora è incaricato di indagare sulla morte di Madre Kazimierza, superiora del Convento di Nostra Signora delle Sette Pene, uccisa con un colpo d’arma da fuoco. La «Badessa Santa» era venerata dalla popolazione, aveva ricevuto le stimmate, la visitavano visioni e compiva rari miracoli. La Gestapo aveva aperto sul suo conto un fascicolo, intitolato Lumen, luce, e il Vaticano aveva un inviato sul luogo per verificare la fedeltà dei prodigi. Un suggestivo mistero sembra proteggere quell’immagine di donna benedetta. E su questo Bora indaga in un giallo che ha una doppia tensione: l’intrigo storico e la tormentosa contraddizione etica che non sa risolvere.