Last Night In Soho

La visione di Last Night In Sono

A coloro che hanno assistito alla proiezione della swinging London immaginata da Edward Howard Wright nella quarta serata di Tutti i Colori del giallo nel suo film “Ultima notte a Soho”proponiamo il suo commento alla pellicola proposto per la proiezione alla Biennale Cinema 2021. Edgar  Howard Wright ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a sceneggiare e girare un film in cui le ossessioni sono al centro della storia. Una pellicola in cui l’effetto fra storia, musica e girato è davvero caleidoscopico. Quanto può essere pericolosa la nostalgia del passato?

Se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo, lo fareste? Il desiderio di realizzare Last Night in Soho nasce dalla mia volontà di fare un film su Central London, che è stata la mia casa adottiva per gli ultimi venticinque anni e che ho frequentato per buona parte della mia vita adulta; che fosse per lavoro, socializzazione e anche per vivere in questa parte della metropoli, mi sono immerso nei secoli di storia di cui è impregnata. In qualche modo il mio film è una lettera d’amore. Non solo indirizzata a questa parte di mondo ma a un decennio leggendario, gli anni Sessanta, quando Soho era il centro dell’universo. Tuttavia, in me vive un eterno conflitto, in cui la brama di viaggiare a ritroso e crogiolarmi nell’atmosfera glamour degli anni Sessanta ha per contraltare il timore assillante delle tenebre che si celano dietro quella visione rosea. La nostalgia può essere pericolosa; trascorrendo troppo tempo a guardarsi indietro, si potrebbe non riuscire a scorgere il pericolo che sta proprio davanti a noi. Last Night in Soho è un racconto ammonitore rivolto ai sognatori come me che vogliono riavvolgere il tempo e tornare a un’epoca nella quale, paradossalmente, in effetti non hanno mai vissuto. La domanda, quindi, dovrebbe essere: se aveste la possibilità tornare indietro nel tempo, davvero lo fareste?