Dario Argento e il concetto di trauma

Il prossimo 16 maggio verrà proiettato e sonorizzato al Cinema Lux “Profondo Rosso” di Dario Argento.

Il critico cinematografico Claudio Gomarasca ci spiega come i concetti di Paura e Trauma siano collegati al cinema di quell’autore in questo suo corsivo: “Il concetto di “trauma”, così semplice quanto rivoluzionario, fu una vera illuminazione per il genere giallo, che fino ad allora aveva trattato quasi solo di intrighi monetari e complotti di famiglia; e rappresentò uno shock indicibile per lo spettatore, che per la prima volta si trovava di fronte a una nuova figura di assassino le cui gesta non erano più dettate da diabolico raziocinio (per esempio il desiderio di accaparrarsi un eredità), ma da una cupa e crudele follia.

Anche la figura della vittima cambiava proporzionalmente a quella dell’assassino: chiunque poteva diventare l’agnello sacrificale. Persino lo spettatore. Tutto questo serviva ad amplificare il terrore di un pubblico impreparato a vivere in prima persona la paura e l’angoscia della vittima. Praticamente, quello che Argento aveva fatto era stato trasformare “l’uomo della strada” da spettatore passivo a spettatore attivo. Non solo: grazie all’uso smodato della soggettiva (che cominciò ad assumere un ruolo determinante nel secondo film, Il gatto a nove code e si amplificò in “Profondo Rosso”), Argento osava ancora di più, costringendo lo spettatore a identificarsi con l’assassino e a sperimentare contemporaneamente l’angoscia della vittima e l’esaltazione dell’omicidio”.